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- «In quel paese, così come in altri
piccoli centri, le autorità si contavano sulle dita di una mano, o poco più: il
sindaco, il maresciallo dei carabinieri, il parroco, il giudice di pace, il medico
condotto, il farmacista e se c’era un porticciolo, era aggiunto pure il delegato di
spiaggia. Un giorno giunse in paese il nuovo comandante della stazione dei
carabinieri di cui gli attenti paesani notarono subito la grande pancia. Insomma, aveva
un addome così prominente che pareva il famoso sergente Garcia, il nemico giurato
di Zorro. Le donne però, che come si sa sono più attente degli uomini, osservarono
che il nuovo maresciallo, oltre la pancia, si contraddistingueva pure per la grossa
testa, sproporzionata rispetto la statura. Il graduato si caratterizzò sin subito
per lo zelo con cui faceva rispettare la legge. Tuttavia, in quel paese di
anarchici, tale abnegazione non piacque, così, anziché individuarlo per
cognome, iniziarono a indicarlo con il soprannome. La cosa andò avanti e
divenne di gergo comune: “Bada mi’ è passato Pancione, chissà a chi tocca la denuncia”,
sussurravano le donne del vicinato. Avvenne che un giorno morisse un anziano
ammiraglio, e i notabili del paese andarono nella casa di famiglia a rendere gli
onori alla salma del vecchio lupo di mare, fra loro c’era anche il comandante
della stazione dei carabinieri. Un amico del figlio del defunto lo avvertì: “Sta
arrivando il maresciallo Pancione”. Il nostro comandante, tutto impettito, presentò
le condoglianze sue e dell’Arma al familiare del morto, e questi gli tese la
mano dicendo: “Grazie maresciallo Pancione”, pensando che quello fosse il cognome
del militare. Non c’è dato sapere come questo reagì! Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.
