ilVicinato@ - Fonte notizia: Leonardo Forbicioni, entomologo per
passione, tenews.it - «Il
trattamento localizzato contro il bombice dispari o limantria (lymantria
dispar), il bruco polifago oggetto delle cronache elbane di questi giorni, può
essere fatto solo in caso di attacco a piante da frutta e/o comunque da
reddito, ma senza generalizzarlo alle piante forestali. Il bombice dispari abita
l’Isola d’Elba forse già da prima degli uomini. Il nostro bel verde, nel giro
di un mese, sarà ancora più verde, e i turisti continueranno ad apprezzare l’Elba
perché, magari evitando di trattare in maniera massiva il territorio usando le
spore del bacillus thuringiensis (un batterio sporigeno che vive nel terreno),
daremo loro modo di poter osservare la straordinaria varietà e bellezza di
tutte le altre farfalle dell’Isola, che rischierebbero di essere sensibilmente
colpite, considerata la scarsa selettività di questo batterio. Dopo venti
giorni gli alberi dalle foglie triturate dai bruchi avranno ripreso a vegetare
e non si vedrà più una sola limantria. Quindi, perché dobbiamo trattare i
boschi in maniera massiva, addirittura con l’elicottero, se poi dopo venti
giorni tutto torna come prima? Dobbiamo comprendere che “là fuori” c’è un mondo
intero di esseri viventi che nascono, crescono, si nutrono, si riproducono e
muoiono in un meraviglioso quanto complicatissimo e fragile equilibrio, che noi
uomini non possiamo scompensare».