5 giugno 2017

CAPOLIVERI, FESTA DEL CAVATORE 2017: “La Festa del Nulla, nessuna autorità si è scomodata per portare un saluto a chi ancora è fortunatamente in vita, e un ricordo di coloro che non ci sono più”

ilVicinato@ - «La bellissima immagine di Velio Rossi non è soltanto il volto stanco e sofferente di un ex minatore, ma in questo caso può ben rappresentare anche il volto deluso, di chi sabato pomeriggio alle ore 19 è stato invitato dal presentatore Fabio Cecchi a ritirare una bellissima targa ricordo e a raccontare qualche episodio della sua vita in miniera, davanti ad una piazza completamente occupata da tavoli ben adornati per la cena, ma senza i commensali. Troppo presto perché il pubblico avesse desiderio di cenare, troppa fretta per liquidare i minatori, troppa premura per essere puntuali alla cena, sì; ma quella dei simpatici amici vespisti. Gli altri anni la presentazione dei cavatori e le interviste erano fatte dopo la cena, in un’atmosfera di grande partecipazione del pubblico e tanta commozione da parte di tutti, per le storie di vita vissuta in miniera raccontate dai protagonisti. Anche il 3 giugno sono state velocemente raccontate; come quelle di Del Tin Giovanni, cresciuto a Calamita, dove suo padre Luigi era Capo servizio tecnico minerario, raccontate a chi? Ai tavoli vuoti. Festa del Cavatore 2017: festa del nulla, perché nei tre giorni dedicati nessuno si è interessato di loro; nessuna autorità si è scomodata per portare un saluto a chi ancora è fortunatamente in vita, e un ricordo di coloro che non ci sono più. La cerimonia religiosa, per chi ha partecipato, è stata quella che ha dato significato vero a questa festa. Certo è che l’impegno di tantissime persone c’è stato e la coreografia della piazza, l’organizzazione dei servizi è stata impeccabile. Un consiglio a chi di dovere: meglio far cadere nell’oblio la figura del minatore-cavatore, che fare La Festa del Nulla». Filippo Boreali