25 settembre 2020

RIO, TRISTE RACCONTO DELLA MAMMA DI UN PICCOLO AUTISTICO: “Ci eravamo rivolti al sindaco, ma siamo stati riempiti di bugie per quattro mesi e hanno giocato sulla salute del mio bambino”

concettinalapusata@ - «Mi chiamo Concettina La Pusata ed ho 28 anni, vivo nel comune di Rio Marina e sono la mamma di un bellissimo bambino che si chiama Antonio. Vi scrivo perché voglio raccontarvi la mia storia, mio figlio Antonio è nato a Portoferraio il 24 gennaio del 2013, dopo due anni dalla sua nascita, purtroppo gli venne diagnosticata una sindrome chiamata autismo... per noi genitori fu un colpo al cuore, ma nonostante sentissimo mancare la terra sotto ai nostri piedi non ci siamo mai persi di forza, coraggio pazienza e speranza anche se giovani. Ci siamo documentati molto su questa patologia e ogni volta che il nostro bambino faceva dei progressi per noi era una grande vincita ciò che provavamo e che proviamo ogni volta e difficile da descrivere con delle semplici parole. Per Antonio noi genitori cerchiamo di fare tutto il possibile per renderlo felice e fargli avere una vita agiata serena e tranquilla. Nel 2016 la nostra famiglia prese una decisione tanto drastica, ma tanto sofferta io e il mio bambino ci trasferiamo in Emilia Romagna perché purtroppo eravamo alle prime armi e quello che offriva l'Isola almeno a noi non bastava. Fu una scelta che ci costò molto, perché' io e il mio bambino eravamo da soli mentre mio marito qui sull'Isola a lavorare per il nostro sostentamento, e lui rimase ancora più in solitudine di noi. Una scelta che ci è costata tanta sofferenza, per dei genitori che si devono separare, ma la cosa che faceva più male oltre che separarmi da mio marito fu separare un padre da un figlio e viceversa: non poterlo coccolare darle il bacio del buongiorno e della buonanotte non porgli fare il bagnetto non poterlo imboccare non poterlo stringere a sé  nella notte se in preda al panico e crisi di pianto, tuttavia il motto che ci ha dato la forza di lottare tenere duro e andare avanti è (ne varrà la pena) verremo ripagati e così fu a ripagare giorno dopo giorno era proprio lui il nostro piccolo Antonio. Siamo orgogliosi perché anche se dura come scelta siamo più consapevoli e riusciamo di più a vivere in un mondo che è molto diverso dal nostro e forse a volte anche migliore del nostro. Per la sua serenità cerchiamo veramente di fare ciò che e nelle nostre possibilità e siamo pronti a tutto per il nostro guerriero. Finiti i due anni siamo tornati di nuovo sull'Isola, mio figlio ha fatto molti progressi e ne continua a fare giorno dopo giorno ma non dobbiamo mai, e dico mai, dimenticare che l'autismo e una patologia che non guarirà (purtroppo!). Oggi Antonio ha 7 anni, non porta più il pannolino anche se può sembrare una sciocchezza per noi è stato un traguardo davvero importante, è molto coccoloso il suo carattere rispecchia molto ad un koala. Purtroppo Antonio non parla, quindi su molte cose quando non riusciamo a comprendere la situazione e non cogliamo cosa fa scattare il suo campanello d’allarme, il nostro piccolo guerriero va in crisi, diventa molto frustrato e tende ad essere autolesionista e se la prende con chiunque abbia intorno che siano cose o persone. Il mio nucleo famigliare adesso è composto da mio marito Mauro Russo, Antonio di anni 7 e Naomi di anni 2. Da ottobre del 2018 che viviamo in un appartamento al terzo piano, ma che purtroppo nell'ultimo anno inizia a starci stretto perché Antonio, crescendo con lui anche l'autismo, ci sono cose che migliorano e altri comportamenti che peggiorano e in questo caso soffre molto l’altezza e luoghi stretti bui. Abbiamo cercato per un anno intero una soluzione abitativa più consona alla problematica del nostro bambino ma senza avere nessun risultato positivo, così il giorno 11 giugno 2020 mi sono recata in comune (dove risiedo) spiegando la situazione che coinvolge la mia famiglia, chiedendo se vi erano delle abitazioni comunali libere per poi poterla assegnare provvisoriamente al mio nucleo familiare visto lo stato di emergenza che viviamo giorno dopo giorno. Il signor sindaco Marco Corsini si è subito mobilitato dandomi conferma della casa comunale libera dicendomi che ci sarebbero dovuti svolgere dei lavori, e che una volta finiti mi avrebbe assegnato l'abitazione provvisoriamente e che poi avrei dovuto aderire al bando, ma intanto avrei potuto sistemare il mio bambino. Mi ha dato la sua parola più volte e mi ha spiegato i documenti che servivano per provare la realtà di quanto detto. Ho contattato assistenti sociali, medico curante, neuropsichiatra infantile, tutti sono stati messi a conoscenza della mia situazione e, una volta fatto il sopraluogo, hanno fatto le proprie documentazioni e purtroppo la mia abitazione non è idonea per far vivere mio figlio disabile dimostrato dalla legge 104 rilasciata dall’Inps: invalido al 100% non in grado di svolgere le piccole attività quotidiane, necessita di assistenza continua. Ho protocollato tutto al comune. Mi è stato comunicato che i lavori in quell’appartamento sarebbero iniziati prima di ferragosto, poi per diversi problemi, il 27 agosto e poi, ancora sempre per qualche altra ragione, il 14 settembre. Tutte le volte che sono andata in comune dal signor sindaco Marco Corsini sono sempre stata rassicurata e mi ha sempre detto che i lavori non dipendevano da lui, ma che sarei dovuta stare tranquilla perché finche lui sarebbe stato sindaco l’abitazione provvisoria sarebbe stata assegnata al mio nucleo familiare. Siamo arrivati al 17 di settembre ma niente, nessun ombra di lavori e mi sono cosi recata di nuovo dal sindaco mi ha detto che lui non sapeva nulla e che della mia situazione e dei lavori si occupava la dottoressa Barbagli. Cosi chiamo l’assessore al sociale che mi dà delle notizie terrificanti da rimanerci pietrificata: dicendomi che sa della mia situazione e che le cose sarebbero andate per le lunghe, che avrei dovuto aspettare il bando e che per il momento avrei dovuto cercarmi una sistemazione, cioè una casa, e che il comune non può fare niente per me. Mi hanno preso in giro e la cosa che mi disgusta, e mi fa rabbia allo stesso tempo, è che mi sono umiliata, ho messo a nudo tutto il mondo che circonda mio figlio e il signor sindaco Marco Corsini mi ha raggirata facendomi sperare facendomi fare documenti e per quattro mesi solo parole e alla fine dei giochi ci ha rimesso il mio bambino. Un bel comune che ti fa arrivare quasi alla cima della montagna e poi con un spinta di butta di sotto. Vergognoso prendere in giro una famiglia. Viviamo al terzo piano, mio figlio ha problemi di deambulazione soffre di vertigini ed ogni volta che si va o si esce dalla nostra abitazione va in frustrazione e lo porta a gravi crisi comportamentali tendenti all’autolesionismo e con quello che lo circonda. La sua vita e già difficile però almeno la quotidianità di nostro figlio vorremo che fosse serena e tranquilla e che lo faccia stare bene. Proprio per questo motivo ci eravamo rivolti al sindaco, ma siamo stati riempiti di bugie per quattro mesi e hanno giocato sulla salute del mio bambino e le sue problematiche, ma alla fine ci hanno chiuso la porta in faccia perché quello che stato promesso era solo una menzogna».