ilVicinato@ - Informazione
dalla stampa locale - «Gli appelli e
le note degli amministratori locali sulla questione ungulati ci permettono di
fare una riflessione: la situazione negli ultimi anni è divenuta oramai
insostenibile e trovare una soluzione definitiva è necessario. L'Isola d'Elba
sta scoprendo la sua vocazione nel turismo esperienziale, in particolare nello slow
tourism (turismo lento e di qualità, ndr). Questo vuol dire valorizzare al
massimo il nostro territorio, puntando alla salvaguardia dell’ambiente, alla
cultura e alla riscoperta delle nostre tradizioni: un turismo sostenibile e
responsabile. Gli ungulati sono stati importati intorno agli anni '70 col solo
scopo venatorio e adesso c'è bisogno di trovare una soluzione ad una situazione
diventata pericolosa. Siamo quindi di fronte ad una scelta sul futuro
dell'Elba: dobbiamo diventare una riserva di caccia o dobbiamo aiutare e
spingere chi rende unici i nostri prodotti locali? Perché, alla fine, l'una
escluderà l'altra. Chi sceglie di investire sul nostro territorio non può più
rischiare di perdere in una sola notte il lavoro ed i sacrifici di un intero
anno. Penso ai viticoltori, agli agricoltori e a tutti quei produttori che
rendono la nostra isola un'eccellenza. Le posizioni che danno "un colpo al
cerchio e un colpo alla botte" (per non parlare dei vizi normativi) non
sono giustificabili e si dimostrano ancorate ad una politica indifferente alle
esigenze comprensoriali e soprattutto poco lungimirante. Per quanto tempo
dovremo andare avanti così?». Andrea
Solforetti, consigliere provinciale delegato