ilVicinato@ - «Il 29 settembre ho ricevuto la risposta del signor sindaco, Marco Corsini, ovviamente solo dopo che ho deciso di rendere pubblica tutta la triste vicenda.
Rimango sempre impietrita e disorientata perché i tre punti elencati dal sindaco
sono del tutto distorti ma non perché io affermo che non sia vero ciò che dice
ma perché queste incongruenze si
sapevano dall’inizio e non ci volevano quattro mesi e mezzo per dare una
risposta simile così facendo il Sindaco non fa altro che confermare la presa in
giro che ha fatto nei confronti del mio bambino e voglio anche spiegare il
perché dico queste cose: a) gli alloggi liberi da quanto detto dall’assessore,
dottoressa Valeria Barbagli, sono due e
non uno; b) l'abitazione deve essere superiore a 40 metri quadrati e non metto
in dubbio che possa essere così e che magari ci siano delle leggi da rispettare,
ma forse quello che non è chiaro al sindaco Marco Corsini e che se lui evitava
di dirmi di sì e che dopo aver letto la mia documentazione non ha fatto altro
che dirmi di stare tranquilla e finché lui sarebbe sindaco visto la necessità psicologica e psicofisica
di un bambino avrebbe assegnato l'abitazione provvisoriamente al mio nucleo
famigliare e questo non l’ha detto solo alla sottoscritta ma anche a terze
persone, quindi facendo un passo indietro alla sua risposta perché non dire non
possiamo aiutarvi!invece di illudere e ribadisco a prenderci in giro. Ricordo
bene che l’assessore Simonetta Simoni diceva che l'abitazione non avrebbe
aiutato molto la mia situazione perché piccola: camera sala cucina e bagno e in
sua affermazione il sindaco rispose che sicuramente sarebbe stato meglio di
dove mi trovo adesso e che essendo provvisorio mi darà respiro finché non
trovavo la sistemazione più consona, ma noi già molto esausti per le nostre
difficoltà come ci dobbiamo sentire dopo tutte queste cose, per qualcuno può
sembrare un gioco, ma fidatevi non è così e forse anche impossibile a spiegare
a parole perché non ci sono parole per ciò che è successo e per come ci
sentiamo; c) capisco anche che deve essere stilato un bando per le emergenze,
cosa mai menziona in quattro mesi e poi non mi reputo una persona così altezzosa
da poter dire che la mia situazione e l'unica peggiore in tutto il comune
perché io sono venuta con molta umiltà mettendo a nudo tutte le problematiche
del mio bambino inizialmente per un aiuto a trovare un affitto da privato. Invece
per quanto riguarda le scale confermo che sarebbe preferibile come da voi
citato nella lettera di risposta una casa con giardino e al piano terra ma la
parola e preferibile non si può mettere a paragone un primo piano con un terzo
e poi ce anche da valutare che tipo di scale sono e da non dimenticare
che in quella abitazione la rampa di scale che vi e per entrare in casa e molto
ben esposta esternamente alla luce del giorno. Mi sembrava giusto puntualizzare
alcuni punti perché non è giusto che solo perché voi avete il potere abbiate
sempre ragione le parole non hanno corrisposto alle vostre azioni con più
persone presenti a sentire. Sono stata
io una mamma che ama fortemente il proprio figlio ma anche forse troppo ingenua
solo perché disperata mi sono fatta abbindolare da belle parole poi il
risultato si e visto: il comune di Rio non ha voluto aiutarmi, no che non ha
potuto, perché per darmi queste motivazioni bastava una settimana per
comunicarle e non quattro mesi! Sono indignata perché non capisco a che gioco
pensavano di giocare, ma sono sicura che
se a fare la stessa mia richiesta sarebbe stata un'altra famiglia in generale
sarebbe andata in porto sicuramente, evidentemente noi siamo una famiglia che
non poteva dare il proprio tornaconto. Grazie comune di Rio davvero impeccabile.
Per dire». Concettina La Pusata, madre
del bambino autistico di Rio