20 marzo 2024

"ISOLA D’ELBA, SPIAGGIA DI PROCCHIO, 14 OTTOBRE 1943. QUATTORDICI MORTI E NESSUN COLPEVOLE!". È USCITO IL LIBRO DI MARIO FERRARI E RUGGERO ELIA FELLI

ilVicinato@ -  Fonte notizia ElbaReport - «È uscito da due giorni il nuovo libro di Mario Ferrari e Ruggero Elia Felli dal titolo: "Isola d’Elba, spiaggia di Procchio, 14 ottobre 1943. Quattordici morti e nessun colpevole!", Persephone Edizioni. Si tratta di un libro storico, dove viene narrata l’uccisione di 14 detenuti che, l’otto ottobre 1943, furono trasferiti per motivi disciplinari dal carcere di Pianosa alla casa di reclusione di Porto Longone (come si chiamava in passato il carcere di Porto Azzurro), per essere ivi reclusi, invece, furono prelevati dai soldati tedeschi nel magazzino del comune di Campo nell’Elba e fucilati il successivo 14 ottobre e sepolti nella spiaggia di Procchio. “Si legge che il carcere di Pianosa era diretto da un personaggio che pareva essere alquanto impulsivo e incline alla violenza piuttosto che dotato dell’equilibrio indispensabile per la corretta gestione di un luogo di espiazione, di privazioni e sofferenze certamente superiori a quelli a cui era già sottoposta la popolazione civile in tempo di guerra. Condizioni esasperanti tanto da far temere una rivolta collettiva dei detenuti. E fu quando tale sospetto parve fondato, che il direttore fece colpire selvaggiamente i responsabili della possibile rivolta procurando la morte di alcuni detenuti e il ferimento di altri. I quattordici feriti che partirono in qualche modo speranzosi per Portolongone, furono fucilati dai tedeschi a Procchio. In questo contesto di guerra, di violenza, di sofferenza, descritto nel libro, si legge che il giovanissimo Sindaco di Marciana, Angiolo Vai, indipendentemente dalla nazionalità delle salme e dalla loro condizione di soldato o carcerato, dopo aver fatto in modo che ogni corpo fosse recuperato, senza dubbi identificato, e poi schedato attraverso un lavoro certosino, si preoccupò affinché tutti potessero ricevere onorevole sepoltura e ogni anima il giusto riposo nel cimitero del paese”. Così è scritto nella prefazione di Susanna Berti».