12 settembre 2008

AMBIENTALISMO DEL FARE, obiettivo primo: evitare la fuga dei giovani dall’isola guidando i cambiamenti.

A COSA SERVE VEDERE OVUNQUE IL PARTITO DELLA BETONIERA E CIARLARE CONTRO IL WATER FRONT PORTOFERRAJESE? O PROMETTERE LA PROVINCIA AUTONOMA E IL PORTOFRANCO? – ilvicinato@libero.it - La vera sfida dell’Isola d’Elba è coniugare la tutela della natura coi bisogni economici e sociali del territorio. L’obiettivo deve puntare sulla nascita di attività innovative per tenere sull’isola quei giovani che hanno una preparazione tecnica elevata poiché bisogna evitare che le nuove leve, se hanno una laurea in mano o qualifiche importanti, diventino emigranti. La competizione sul mercato turistico si è ormai accanita a livello globale. Occorre, quindi, innestare sul turismo tradizionale (sole/mare) nuove attività, soprattutto quelle che hanno un legame di qualità con le risorse del territorio. Tutto ciò si deve fare senza «accucciarsi» sull’esistente, bensì governando i cambiamenti, guidando quest'isola e la sua economia in modo unitario. Allora coloro che chiacchierano contro il water front portoferrajese chiedendo di fare un unico porto turistico dalla «Calata Italia per poi proseguire al molo Massimo e al resto del porto», dimenticandosi poi d’indicare dove ormeggiare i traghetti di linea, sono sullo stesso livello di chi ciarla sul «partito della betoniera» o promette la fantomatica «Provincia autonoma dell’Elba-Arcipelago» oppure il «Portofranco». Noi sappiamo solo che chi vive su un'isola è portatore di un valore aggiunto giacché dispone di una risorsa unica: la storia, la cultura e i beni naturali, e questa deve essere messa a reddito per la prosperità di tutti e, in modo particolare, per le generazioni future.