ELBA, omogeneizzare lo sviluppo delle diverse parti dell'Isola con un'unica gestione della cosa pubblica: il comune unico
c.casarosa@alice.it - Cari compagni del Vicinato, mi scrive Renato de' Michieli Pitturi di cui vi trasmetto quella che per me è la parte maggiormente significativa della sua lunga (troppo lunga!) lettera di cui io condivido molti (tanti!) ragionamenti: «Ciao Chiara, non ti conosco ma mi piacerebbe rispondere alle tue preoccupazioni sull'egemonia di Portoferraio sull'Isola. Credo che il tuo punto di vista possa essere condiviso, ma occorrerebbe un'analisi più attenta ed approfondita di quanto è successo negli anni passati ed ancora sta succedendo su quest'isola. Devi ammettere che se è vero che a Portoferraio vi è la maggior concentrazione di servizi, ciò non è certo, sino ad oggi, andato a beneficio dello sviluppo economico del capoluogo, che anzi paga lo scotto di non essere considerata affatto come meta turistica, ma anzi solo un luogo di passaggio verso le più gettonate località degli altri Comuni (…) Ma, anche se ritengo appunto parziale la tua analisi, condivido appieno le conclusioni, ovvero che si debba ragionare a più ampio raggio per omogeneizzare lo sviluppo delle diverse parti dell'Isola (…) Io però sono convinto che solo con un'unica gestione della cosa pubblica si possa arrivare a questo; con il Comune unico, nell'ipotesi più compiuta (…) Io credo che il "livello isola" sia un livello ottimale per definizione e che interessi di campanile ormai non esistano più. Esistono, come ho detto prima, piccoli interessi di bottega che possono anche apparire come connotati geograficamente, ma ciò esiste ormai solo nei Comuni più piccoli in quanto ancora permangono nuclei familiari numerosi che riescono ad operare pressioni più o meno determinanti specie in periodi elettorali. Ma, proprio perché a Portoferraio questo è meno vero, non è detto che le popolazioni dei piccoli centri non possano aspirare ad essere, nell'ambito di un Comune Unico, maggiormente coese e quindi maggiormente incisive(…) Ciao, Renato de' Michieli Vitturi»