WATER FRONT PORTOFERRAJESE, porto turistico=sviluppo sostenibile: dipende dal tipo di gestione del porto
demichielivitturi@libero.it - Un progetto di così ampio respiro dovrebbe spiegare meglio, al di là dei titoli di cui si autofregia, quali sono gli argomenti su cui fonda sia le prospettive di sviluppo che quelle di sostenibilità. Purtroppo oggi, avendo abituato la Città e l'Isola ad un immobilismo assoluto e ad una politica del conservatorismo più cieco su posizioni acquisite negli anni che tuttavia si perdono per il sopravanzare dei nostri concorrenti sia vicini che lontani, una qualunque proposta di "sconvolgimento" pare ben accetta, quasi ci dovessimo giocare l'ultima carta, tentare la mossa disperata. E invece è proprio in questi frangenti che occorrerebbe una maggior consapevolezza su ciò che si va a fare (…) Si badi, io non sono né del partito del no né di quello del sì (…) l'equazione porto turistico=sviluppo sostenibile può essere tanto giusta quanto sbagliata, a seconda di come si voglia indirizzare la gestione di un porto (…) Ad esempio, affermando che si crea un porto turistico per 300 posti barca (un numero a caso) si pensa che sia la stessa cosa se le barche che vi ormeggiano sono di residenti, ovvero di villeggianti abituali hanno all'Elba la seconda casa, o di persone che proprio della barca fanno la seconda casa, oppure di agenzie di charte che cambiano ospiti tutte le settimane, o ancora di chi è in attesa di alaggio per lavori, ecc...? Si capirà che sono situazioni completamente diverse, e che ognuna ha i suoi pro e i suoi contro rispetto allo sviluppo del territorio, e pure rispetto alla sostenibilità ambientale (…) Mi sembra quindi una palese forzatura voler ipotecare proprio a fine mandato lo sviluppo non economico ma a questo punto solo urbanistico-edificatorio del golfo di Portoferraio, senza appunto avere in mano gli strumenti per definire le linee strategiche di quella che sarà l'evoluzione economico-produttiva del comparto. Renato de' Michieli Vitturi