Quell’uomo, discepolo di Gesù, la sera andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù, manifestando così la propria fede e mettendo, pertanto, a repentaglio la sua vita: egli si palesò un seguace del Cristo, e lo fece di fronte al tiranno, all’occupante romano. Ma quanti sono oggi i Giuseppe di Arimatèa che espongono ugualmente la loro vita, anche se in forme diverse da allora, per dare una degna sepoltura a chi non è riuscito a sfuggire alla forza distruttiva del terremoto? E quante spose, quanti amici e parenti restano muti e inermi davanti a quelle tombe? A tutti loro giunga il nostro più tenero affetto. Buona Pasqua del Signore a tutti, Michela