16 settembre 2009

EMIGRAZIONE DELLA FORZA LAVORO QUALIFICATA? Dopo le analisi aspettiamo i fatti: creare infrastrutture telematiche ed informatiche

marchetti.lorenzo@tiscali.it - Teresa Savino, durante l’evento europeo Insulae, ha presentato per conto dell'IRPET la sua ricerca sulla qualità della vita nelle isole minori. Mi sono soffermato sulla slide là dove si conferma che «Il modello di sviluppo turistico influisce sulla qualità della domanda ma anche dell’offerta di lavoro: bassi livelli di istruzione, alta flessibilità del lavoro, emigrazione della forza lavoro qualificata». La ricetta sembra semplice: continuità territoriale perché le isole non siano isolate. Ma continuità territoriale non significa solo servizi marittimi sicuri, anche d’inverno, nella navigazione e negli attracchi, nei prezzi e negli orari, oppure collegamenti aerei con tariffe agevolate, vale a dire, trasporti efficienti e integrati, oggi, nell’epoca del web, continuità territoriale significa pure offrire ai giovani isolani nuove opportunità lavoro e di studio per via telematica. Queste, oramai, sono modalità che impiegando infrastrutture informatiche, rendono possibile valicare i tradizionali confini fisici e logistici dell'ufficio e della scuola. Si tratta, allora, da parte della comunità locale di passare dalle analisi ai fatti: individuare e costruire gli indispensabili contenitori da mettere a disposizione degli operatori singoli o associati, privati o pubblici che siano (imprese, università ecc.). Ottenere, di conseguenza, precise agevolazioni materiali, economiche e fiscali. Non credo che queste siano forme di assistenzialismo mascherato. Impiegare, infatti, direttamente e indirettamente, i necessari fondi pubblici per rendere possibili tali interventi vuole dire invertire la triste situazione attuale e avere, pertanto, un’offerta di studio più elevata, e una forza lavoro qualificata e non più in fuga dall’isola.