24 ottobre 2009

ELBOPOLI: ancora assoluzioni, ma dove andremo a finire? Rileggere con onestà quel periodo per non commettere gli stessi errori

giovannimuti@virgilio.it - Continuano a piovere le assoluzioni per non avere commesso il fatto. Gli amministratori e imprenditori elbani gettati in galera non erano dei mafiosi, ma persone oneste. Questo rischia, purtroppo, di dare il colpo definitivo alla nostra credibilità come isola del malaffare. I pubblici ministeri livornesi camminano a testa bassa e giurano che non metteranno più piede all’Elba, nemmeno per fare il bagno: troppe delusioni. Le forze dell’ordine sono costrette al piccolo cabotaggio, occupandosi di piccoli reati. Anche in finanza si annoiano. I pompieri, poi, in estate scrutando fuori dalle finestre in cerca di fili di fumo: i piromani sono in crisi e non accendono più neanche le sigarette. Se ne sono accorti anche quelli della carovana antimafia che l’ultima volta hanno trovato un clima ostile: hanno ripreso la nave in fretta e furia, scritto una letteraccia a Peria e giurato di non farsi più vedere. Insomma, la situazione è veramente grave, soprattutto per i collaboratori di giustizia locali e per la stampa sciacalla. Ma anche per i politici, di destra e di sinistra, che traevano vantaggi da quel clima di caccia al criminale. Che cosa faranno adesso? Cercheranno di rileggere con onestà quello che hanno scritto o si metteranno a fare le vittime? Riconoscere i propri errori aiuta a non ripeterli in futuro. Insegna anche a riflettere bene prima di parlare o scrivere. E, visto che è già stato tirato in ballo Matteo, rimaniamoci: “Ciò che esce dalla bocca dell’uomo contamina l’uomo. Dal cuore degli uomini escono le cose cattive: (…), malvagità, inganni, impudicizia, invidia, calunnia, superbia e stoltezza” (Matteo 7, 21-23). In altre parole dal cuore degli uomini può uscire il male del mondo. Giovanni Muti - Il Monello