7 novembre 2009

IL DECLINO DELLA POLITICA. Troppi credono che i loro lettori non abbiano l’intelligenza di capire, ponderare e trarre le dovute considerazioni

ilvicinato@libero.it – Pubblichiamo, anche se con qualche giorno di ritardo, un interessante contributo del nostro caro amico Giobbe. Abbia pazienza! Purtroppo la mail era finita nella cartella delle spam. «Ormai la politica non è più un argomento dialettico, motivo di confronto e nemmeno se proprio vogliamo esagerare, un’espressione culturale. E’ divenuto un virus, un agente patogeno paragonabile all’ A/H1N1, un morbo che infetta la materia grigia (la dove esista) finendo per alterare le personalità un poco come avveniva nel romanzo di Stevenson “Il dott. Jekyll e Mr Hide". Non fosse così, non fosse cioè un degrado irreversibile delle cellule cerebrali, non si spiegherebbe l’insistenza con la quale i nostri attenti imbonitori alla Vanna Marchi, la usano nell’accusare personaggi rei solo di stare dalla parte opposta della barricata politica. E’ fuori discussione che la cosa migliore da fare sia quella di lasciar cadere, di non rispondere a persone con un così alto tasso di vigliaccheria verbale e grammaticale. (La noncuranza è la miglior forma di disprezzo). La cosa che emerge è proprio come questo virus non perdoni in quanto annichilisce la capacità di giudizio limitandosi ad attivare un comportamento belluino che li porta a credere e pensare che i loro avversari ed i loro lettori non abbiano l’intelligenza di capire, ponderare e trarre le dovute considerazioni. E credetemi non c’è niente di peggio, per chi si crede depositario della verità, del giusto e del bene, l’essere ignorato, si diventa isterici, maniaci compulsivi buoni solo per … la camicia di forza. Giobbe».