etrusco22@inwind.it - Pianosa: intanto cresce il degrado. Gruppi di volontari agirono e andarono a fare pulizie e tutele ambientali sull'isola. Impegno da rendere periodico. C'è chi sostiene di consentire ai pianosini di tornare a viverci. Chi ci è nato o è stato residente potrebbe averne diritto ed ha, talvolta, nel cimitero i propri cari. Se un luogo è vissuto dalla gente, e si impediscono speculazioni, sarà anche curato e tutelato, se tutti, autorità comprese, fanno il proprio dovere. Pianosa è campese: tale ente locale deve poter gestire pienamente la piccola isola, con accordi con Demanio, Ministero della Giustizia e via dicendo. Ora su Pianosa agiscono, tra gli altri, forze dell'ordine, servizi per collegamenti marittimi, incaricati della coop san Giacomo per l'accoglienza estiva contingentata (cosa che permette il reinserimento sociale di detenuti), guide turistiche del parco. Esiste anche il Pianosa Lab, che studia l'ambiente e i pianosini gestiscono un museo di immagini fotografiche e cimeli. Attività importanti ma molto altro c'è da fare, dicono i campesi, prima di pensare a far ritornare carcere un luogo che ha già dato all'Italia, oltre un secolo in fatto di reclusioni. Chi di dovere risponda all'appello fatto dall'ex sindaco Antonio Galli, il quale fece presente, pubblicamente, che a Pianosa non esiste neppure la rete fognaria. Va pertanto messo in atto un reale risanamento totale di Pianosa, con finanziamenti ad hoc. Un paradiso forte della sua storia, con catacombe, resti di insediamenti romani, un paese molto bello con parti fatte erigere dal triste e indomito Napoleone, senza dimenticare che l'isola piatta è uno degli ambienti più belli del Mediterraneo. Gli elbani, e chi ha a cuore Pianosa, si impegnino unitariamente per tali obiettivi. Stefano Bramanti, circolo culturale Pertini