18 novembre 2009

PIANOSA: carcere speciale? No grazie, la soluzione è un carcere premiale con 250 detenuti e aperto al turismo

ilvicinato@libero.itPurtroppo ogni volta che si parla di carcere a Pianosa si pensa alla massima sicurezza, all’art. 41 bis. Soluzione pessima che presuppone la “chiusura” dell’isola, oltre a un enorme impegno finanziario, di uomini e mezzi. Personalmente penso, invece, ad un carcere leggero (250 detenuti e 50-70 agenti), aperto al turismo e alla comunità esterna, con la sorveglianza della polizia penitenziaria ridotta al minimo. Con detenuti che arrivino a domanda, di regolare condotta, che lavorino (magari con il contributo economico del Parco e della Regione), scelti fra quelli che sappiano fare qualcosa di utile per l’isola. Penso a muratori, fabbri, idraulici, elettricisti, contadini, pastori, fornai, macellai (in senso buono, se si riaprissero anche le stalle). Un carcere premiale, dove chi verrà terrà buona condotta anche per non correre il rischio di tornare nelle bolge metropolitane, chiusi e senza lavoro. Penso ad un carcere dove si possano svolgere corsi di formazione professionale per i detenuti, a collegamenti con le università, che veda coinvolto, nella gestione quotidiana, il variegato mondo dell’associazionismo. E’ proprio impossibile? Walter Tonietti (da Elbareport)