26 gennaio 2010

CRAXISMO: ombre e luci. Ma furono più le ombre che le luci. Queste le ombre

ilvicinato@libero.it - Abbiamo ricevuto questo post da un “socialista delle origini” che ci ha chiesto di restare anonimo. Contraddicendo le regole de Il Vicinato abbiamo ritenuto pubblicarlo comunque. «Craxi snaturò il PSI, ne cambiò il dna, ne abbandonò il vecchio simbolo con cui Pertini, invece, ha voluto essere sepolto. Craxi aggregò intorno a se una nuova classe dirigente fatta da giovani rampanti e spregiudicati. Divenne portavoce e alfiere dei nuovi ceti emergenti: una modernità senza regole e senza principi. L’azione di Craxi fu caratterizzata da un decisionismo senza freni. Fu cofondatore del CAF, il patto con Andreotti e Forlani che mandò in pensione Benigno Zaccagnini, e costruì un sistema di potere: enti, banche, ospedali e, ovviamente, ministeri e assessorati. Il suo partito conquistò spazi enormi. Craxi però non ebbe la percezione di cosa stava succedendo nel mondo e in Italia. Non comprese l’89 e quello che avrebbe comportato la caduta del muro di Berlino. Allora era possibile riunire la sinistra, lui, invece, s’inventò “l’unità socialista”, una sorta di annessione del PCI. Ma non capì nemmeno quello che accadeva nella società. Arrivò fino a avversare il referendum sulla preferenza unica tant’è che invitò gli italiani a “andare al mare” anziché di recarsi alle urne. Eravamo nel “92 e Craxi non percepì l’esaurimento del craxismo… il resto è storia giudiziaria».