La vita nelle miniere dell'Isola d'Elba tramandata dai protagonisti. IL FASCISMO. «Io e i miei fratelli fummo costretti a emigrare in Francia»
marchetti.lorenzo@tiscali.it - «Ci furono le elezioni politiche e i fascisti picchiarono mio fratello Tonietto che aveva il torto di rifiutarsi di votare per il fascio. Dopo due giorni anch'io subii un'aggressione fascista: venivo da Vigneria dopo una giornata di lavoro in miniera (ero al cottimo), davanti al Palazzo di Riccetti vidi sei fascisti, era la squadraccia pagata dalla Società. Mi pestarono a più non posso e da quel giorno mi resero la vita impossibile. Fui costretto, insieme ai miei fratelli, ad emigrare clandestinamente in Francia, per l'esattezza a Marsiglia e qui vivemmo sotto falso nome. Restammo in Francia, facendo un po’ tutti i mestieri, fino a quando il Governo Mussolini non consentì ai fuoriusciti di rientrare in Italia. Al confine, però fui arrestato e accusato di essere un sovversivo». Guido Mercantelli (intervista del 1974)