25 novembre 2010

Ho appreso dalla radio che 128 comuni italiani erogano acqua non potabile con percentuali elevate di arsenico e altre tossicità. È lecito tacere?

ilvicinato@libero.it - Per curiosità e con una certa apprensione sono andata a guardarmi la lista nera delle località italiane ancora fuori norma e il sottile sospetto si è tramutato in realtà. Nei 16 comuni toscani sono compresi tutti e 8 i comuni elbani! E poi Piombino, Cecina, Campiglia… tutta la Val di Cornia da cui ci viene l’acqua della condotta sottomarina. Ho provato rabbia e dolore. Perché fino a quel momento non avevo saputo, non ero stata informata. Perché a fronte di migliaia di Comuni messisi a norma in questi anni, proprio quelli della nostra zona non l’hanno fatto. Perché se avevo comprato, come quasi tutti, purtroppo, acqua minerale, era solo perché non mi piaceva il sapore di quella del rubinetto, non perché sospettassi che non era potabile. Perché l’acqua dell’acquedotto la paghiamo carissima e in più dobbiamo riempirci i carrelli dell’altra, quella minerale, a sua volta poco sicura per le contaminazioni della plastica. Insomma mi sono sentita presa in giro. Oggi ho letto le rassicuranti dichiarazioni dei responsabili politici della Regione Toscana che pare abbiano cominciato a darsi da fare per mettersi in regola. Mi chiedo: ma non si poteva far prima? E poi: è legittimo tacere per non suscitare allarmismo quando i motivi d’allarme ci sono? E ancora: se non fosse intervenuta la Comunità Europea a stoppare i Comuni inadempienti, quando si sarebbe cominciato a fare qualcosa? Maria Gisella Catuogno