ilvicinato@libero.it - «Con gli occhi fissi in Cristo, come gli ascoltatori della piccola sinagoga di Nazareth, noi desideriamo entrare nell’anno nuovo. Perché, evidentemente, noi dobbiamo e vogliamo fissare gli occhi in qualche cosa o in qualcuno. Sarebbe possibile in qualche modo non fissarli affatto: lasciarli vagare a caso, secondo le circostanze liete o tristi che li attireranno giorno per giorno; lasciare che la nostra vita segua il nostro sguardo: vivere senza una direttiva morale, come una barca abbandonata al capriccio delle onde e dei venti, senza bussola, senza timone, senza meta. Molti entreranno nell’anno nuovo così: noi non possiamo. Noi non vogliamo subire la vita, vogliamo dominarla spiritualmente. Non vogliamo lasciarci trascinare dalle circostanze, vogliamo che le circostanze ci conducano alla nostra meta prefissa…». Tratto da una meditazione (1942) di Giovanni Miegge, pastore e teologo valdese