26 gennaio 2011

LA TORRE DEL GIOVE O DEL GIOGO, FRA REALTÀ E LEGGENDE. La struttura del maniero, Simonetta Cattaneo e gli amanti di Isabella Mendoza

ilvicinato@libero.it - Il castello, costruito nel 1459 per opera di Jacopo III Appiani, era a forma rettangolare e completamente circondato da mura e da un fossato. A mezzogiorno si trovava l’ingresso principale, un’apertura ad arco, piuttosto piccola e protetta dal ponte levatoio. Sopra l'ingresso era affisso lo stemma marmoreo degli Appiani, poi caduto nel fossato e trafugato alla metà dei nostri anni “60. Il torrione che poggiava su una base cinta da mura a scarpa, si elevava in tre piani con soffitto a volta, mentre l'accesso si apriva a est, il terrazzo, scoperto e protetto da una merlatura, serviva principalmente per l’accensione dei fuochi di segnalazione. Questa, infatti, era la principale funzione della Torre, che tuttavia offriva rifugio anche agli abitanti della vicina Grassera. Al maniero del Giogo sono legate alcune leggende come quella della giovane castellana Simonetta Cattaneo, la celebre modella del Botticelli per “La nascita di Venere”. Questa aveva ricevuto in uso dal cognato Jacopo III una porzione della “montagna del ferro” e nel 1475 abitò nel maniero del Giove cercando fra quell’aria salubre un giovamento al mal sottile che tuttavia la portò alla morte pochi mesi dopo, a soli ventitré anni. Oppure, l’altra leggenda che si rifà al secolo successivo, in cui si narra come nel castello fossero imprigionati, per poi essere uccisi, gli amanti abbandonati da Isabella Mendoza, la reggente del principato di Piombino. Si dice che nelle notti di luna piena si sentono i loro lamenti, lo sbattere delle catene e lo schioccare delle fruste!