ilvicinato@ - «Gesù chiama a sé i dodici discepoli
e, dopo averli istruiti, li invia fra le genti, ma lo fa raccomandando loro di essere
prudenti come i serpenti e semplici come le colombe perché sa che la
predicazione dell’Evangelo è così dirompente da spingere i forti, i potenti a
consegnare i Ministri della Parola davanti ai tribunali per essere flagellarli
nelle sinagoghe. Anche oggi Dio ci invita a non tacere, ci chiede
di proclamare che non debbono esistere più vinti e vincitori, sfruttatori e
sfruttati, amici e nemici, poveri e ricchi, inclusi ed esclusi. Il Padre chiede
il nostro impegno per il bene comune, per una società più giusta e solidale,
per una nuova umanità. Con la venuta di Gesù si è dischiuso per tutti noi un
orizzonte possibile dove attivare una presenza, una testimonianza, una diaconia
per il bene della città, del paese. Un impegno sorretto dalla
Parola, spronato e guidato dall’esempio del Signore, perché siamo chiamati ad essere operai e operaie di un cantiere di lavoro dove il Nazareno
è il direttore dei lavori che si rallegrerà e non abbandonerà mai le sue maestranze».