ilvicinato@ - «C’è da costruire un partito perché c’è da cambiare
il paese! Certo, poi c’è una classe dirigente che va sostituita perché ha
finito il proprio ciclo. La sinistra deve far sognare e il congresso del Pd
fallirà il proprio compito se si limiterà a discutere di tizio o di caio. I
candidati alla segreteria devono dire se sono per il partito degli eletti o per
quello degli elettori, se il partito deve essere uno spazio politico indefinito
o un soggetto politico determinato. Un partito è anche militanza,
partecipazione, radicamento, pure online, ma non è solo gazebo o solo marketing. Al
Partito democratico occorre assegnare orizzonti più ambiziosi dando risposte
riformiste di governo, nonché rimettere al centro la questione sociale per chi
sta indietro, per i lavoratori, per i giovani disoccupati, per i piccoli
imprenditori costretti a chiudere. Il congresso dei democratici deve perciò fare i conti, anche
criticamente, sull’egemonia neo-liberista, egoista e antisociale che si è
impadronita anche della sinistra che invece deve rimettere la parola
solidarietà al centro del suo essere». Artemisio (T)