ilvicinato@ - “Perciò vi dico: non siate in ansia per la
vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete (…) Cercate prima il
regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più… Matteo 6, 25 e 33”. «Queste due
espressioni del Sermone sul monte riassumono la sostanza dell’esortazione sulle
cosiddette "sollecitudini ansiose" che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Noi
dobbiamo imparare ad affidare la nostra esistenza al Signore ed essere capaci,
in ogni frangente della vita, di guardare alle cose che contano e non alle
apparenze. Dobbiamo guardare a ciò che "viene prima" e considerare che tutto il
resto è secondario. Da un po’ di tempo, mi domando molto seriamente se,
soprattutto in questi ultimi anni, noi (e intendo con questo tutto il nostro
mondo) non stiamo invece mettendo al centro dei nostri interessi tutto ciò che
è secondario. Lo dicono in molti: la cosa più importante è apparire, non
l’essere. La visibilità e non la sostanza. Il possesso del denaro o delle cose
è diventato la piattaforma su cui costruiamo il nostro vivere. Vediamo nel
testo che in esso Gesù non dice che non dobbiamo lavorare o che dobbiamo vivere
come le cicale, tutto al contrario, Gesù
ci invita a mettere al centro della nostra vita, dei nostri interessi e del
nostro lavoro, la missione che ci è affidata: predicare e vivere il Regno di
Dio. “Fai la cosa giusta e tutto il resto, dice Gesù, è secondario e verrà di
conseguenza”. La risposta dunque alla crisi non è guadagnare di più, ma cercare
un nuovo modo di porsi di fronte alla vita». Da una riflessione di Paolo Ribet, Pastore evangelico