ilvicinato@ - «Ed egli rispose: Non è bene prendere il pane dei figli per
gettarlo ai cagnolini. È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si
cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni… Matteo 15, 26:27». Chi
sono oggi quei cagnolini? Possiamo classificare
costoro come agnostici, un termine che non raccoglie solo gli indifferenti in
materia di fede, ma anche quanti dubbiosi, o semplicemente diffidenti, cercano
la verità. Forse sono divenuti agnostici perché, già in età giovanile,
hanno individuato la
fede cristiana con le credenze e le
pratiche della chiesa cattolica: la confessione auricolare, il culto alla
Madonna e ai santi, il ruolo di mediazione dei preti, la sacralità dell’ostia, l’emarginazione
dei divorziati e dei differenti, ecc. Sono
forse queste le pecore perdute della casa d'Israele a cui rivolgerci nell'opera
di evangelizzazione? Mi pare di sì! A loro perciò dobbiamo far conoscere una
fede pratica e non dogmatica dove la prima libertà è la libertà di coscienza. Ma
perché queste persone dovrebbero rivolgersi alle Chiese protestanti? Perché
siamo una Chiesa evangelica fondata sulla sola scrittura e dove la
giustificazione è per sola grazia attraverso la sola fede, con la sola
mediazione di Cristo e tutto alla sola gloria di Dio. Promuoviamo allora un'azione di evangelizzazione con la consapevolezza che la salvezza è offerta, attraverso Gesù, a
tutti gli uomini e alle donne di buona volontà. Dobbiamo però far conoscere la
nostra Chiesa e la sua teologia con la consapevolezza di come non sia possibile
predicare l'amore di Dio e la fratellanza con Cristo, senza promuovere, al
tempo stesso, una società che rispetti la dignità, il valore e i diritti di
ognuno.