lomarchetti@ - «Un’idea
nuova del Partito democratico elbano è emersa in questa fase congressuale dov’è
venuto a galla un partito rinnovato, o almeno in parte. Personalmente sono
contrario alle cosiddette rottamazione, ma sarebbe stato opportuno che gli
appartenenti alla generazione dei sessantenni avessero seguito il mio esempio, assumendo
il più consono ruolo di “compagni di base”. Insomma, avessero deciso di fare un
passo indietro. Leggo invece che tuttora c’è chi cerca di giustificare la sua
presenza negli organismi dirigenti, nonché quella di qualche suo amico, sostenendo
che “senza radici non c’è futuro”. Ma le radici non sono certo rappresentate da
quanti si portano dietro forti incrostazioni e ambizioni del passato. Quelle radici non possono essere rappresentate da chi nel congresso dell’unità
di base d’appartenenza si è prima
arrampicato sugli specchi dei regolamenti, togliendo tempo al libero confronto
fra i militanti, per poi essere clamorosamente sconfitto nella corsa a
segretario del circolo. Mi preme, in definitiva, riaffermare come si può essere
un modesto portatore di culture e esperienze utili a rilanciare un’identità
nuova del Pd facendo parte delle assemblee locali, come a Piombino ha fatto Enzo
Polidori e non solo, senza fare ombra ai nuovi e giovani dirigenti che in
questi difficili anni hanno sperimentato la loro responsabilità e lo spirito di
servizio agli interessi generali dell’Isola d’Elba». Lorenzo
(M), compagno di base