ilvicinato@ - Mailing AsiNoi: «In un tempo
difficile, dove la crisi semina povertà, sfiducia, ribellione, si è aperta una
frattura rischiosa tra chi è immerso nel governo del presente, condizionato
dalle scarse risorse e dai limiti esterni, e chi reclama un domani migliore,
non trovando però la mediazione della politica. Anche per questo la distinzione
delle figure del candidato premier e del segretario del partito non è un
cavillo. È una scelta politica e culturale. L’identificazione dei due ruoli non
ha funzionato proprio perché il governo da solo non ce la fa. Il migliore di
tutti noi da solo non ce la fa. Un partito forte ha bisogno di una leadership
autorevole, ma la leadership non esaurisce la funzione del partito.Il partito
non è un comitato elettorale permanente a servizio dei candidati alle varie
competizioni elettorali. Dobbiamo costruire un partito vero, aperto,
intelligente e democratico. Ma un partito. Il dilemma non è tra partito pesante
e partito leggero. Il problema è essere davvero un “soggetto” politico e non
uno “spazio” senz’anima». Roberto (B)