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- Luigi Carmignani, geologo
dell'università di Siena: «Gli studi
avviati devono capire le cause del fenomeno. Attualmente le ipotesi su cui
stiamo lavorando sono due: un'origine profonda oppure una superficiale. Nel
primo caso potrebbero esistere delle cavità calcaree a decine di metri di
profondità dal suolo, che provocano crolli e gradualmente migrano verso la
superficie, nella seconda ipotesi la risposta potrebbe consistere in una
erosione poco profonda che fa crollare il suolo sottostante il manto stradale.
L'indagine del sottosuolo sarà svolta attraverso l'esame dei sondaggi già
effettuati, eventualmente da nuovi sondaggi e soprattutto con indagini
geofisiche di tre tipi: quelle geolettriche e georadar a media e bassa
frequenza e infine micrigravimetria per evidenziare eventuali cavità
sotterranee. Saranno effettuate anche ricerche storiche sulla evoluzione
morfologica della parte bassa della valle del Piano di Rio, al fine di evidenziare
variazioni della rete idrografica ed eventuali ingrottamenti di corsi d'acqua». L’articolo completo di Stefano Bramanti è
pubblicato sul giornale online www.elbareport.it