4 dicembre 2013

CONTINUANO I MONITORAGGI SULLA SP26: “In primavera, quando avremo terminato le indagini geofisiche iniziate, potranno essere date risposte”

ilvicinato@  - Luigi Carmignani, geologo dell'università di Siena: «Gli studi avviati devono capire le cause del fenomeno. Attualmente le ipotesi su cui stiamo lavorando sono due: un'origine profonda oppure una superficiale. Nel primo caso potrebbero esistere delle cavità calcaree a decine di metri di profondità dal suolo, che provocano crolli e gradualmente migrano verso la superficie, nella seconda ipotesi la risposta potrebbe consistere in una erosione poco profonda che fa crollare il suolo sottostante il manto stradale. L'indagine del sottosuolo sarà svolta attraverso l'esame dei sondaggi già effettuati, eventualmente da nuovi sondaggi e soprattutto con indagini geofisiche di tre tipi: quelle geolettriche e georadar a media e bassa frequenza e infine micrigravimetria per evidenziare eventuali cavità sotterranee. Saranno effettuate anche ricerche storiche sulla evoluzione morfologica della parte bassa della valle del Piano di Rio, al fine di evidenziare variazioni della rete idrografica ed eventuali ingrottamenti di corsi d'acqua». L’articolo completo di Stefano Bramanti è pubblicato sul giornale online  www.elbareport.it