ilvicinato@ - «Forse Elisabetta è rimasta per un momento incredula, quando si è accorta
dei segni della gravidanza nel suo corpo, lei che per anni aveva desiderato
ardentemente un figlio o anche una figlia e, con speranza sempre più debole,
ogni volta cercava di percepire nel suo corpo i segni della gravidanza. Le
donne sono più abili nell’accogliere gli imprevisti. Secoli e secoli, in cui
alle donne era affidata la cura delle relazioni, marito, figli, suoceri, le
altre mogli del marito, tutte le persone di cui era composta la famiglia, le
avevano allenate. Nelle relazioni non sai mai che cosa succede, che cosa
l’altra persona fa, devi sempre essere pronta a tutto, devi essere capace di
cambiare programma in fretta. Questo vale anche per la fede delle donne? Per
loro Dio è non l’emanatore di leggi eterne, ma l’altro (ogni tanto un po’
incomprensibile e capriccioso come il marito), con cui stare in relazione?
L’incredulità di Elisabetta passa
presto e dà spazio a una profonda gioia. Dio c’è. Dio è vicino. Ha visto
l’umiliazione di colei che lo ha aspettato con pazienza. In un angolo segreto
del suo cuore, la speranza aveva continuato ad ardere come una piccolissima
fiamma. Ora Elisabetta è tutta raggiante, e Maria, quando incontra la cugina,
se ne accorge». Da una riflessione di Klaus Langeneck, Pastore
evangelico, per 14 anni alla guida della Chiesa di Rio Marina