ilvicinato@ - «Il testo di Giona racconta la
storia di un credente che fa di tutto per scappare da Dio e dall'incarico di
predicare il giudizio alle persone ingiuste. Ma appena Giona è imbarcato sulla
nave, scoppia la tempesta, e i marinai le provano davvero tutte: dapprima i
sistemi logici, alleggerendo il carico; poi ci provano con la religione,
invitando ognuno a pregare il suo Dio... potrebbe funzionare, no?! E quando non
funzionano né la logica, né la religione, allora c'è sempre la superstizione:
cerchiamo il capro espiatorio cui addossare tutte le possibili colpe. La storia
umana è piena di barche in crisi che hanno cercato di salvarsi cercando un
capro espiatorio. In prossimità del giorno della memoria, come non pensare alla
Germania di Weimar? Una società in piena crisi economica che si ricompatta
attorno alle idee di un folle che ha già pronto un capro espiatorio: il popolo
ebraico. Il testo di Giona è un racconto troppo lungo da commentare qui in modo
esauriente. Ma mi piace pensare che mentre i pagani cercano un colpevole da
sacrificare, Dio vuole un credente che prenda seriamente i suoi doveri, e lo fa
vivere. Ecco, nella crisi attuale, invece di cercare le responsabilità altrui,
cerchiamo di riscoprire le nostre, sia come credenti sia come cittadini». Da una riflessione del Pastore
Claudio Pasquet