ilvicinato@ - «La
classe operaia a Rio Marina è composta di marinai e cavatori delle miniere.
Prima della rottura del trattato di commercio con la Francia l’intera popolazione viveva col mare e forniva gli
equipaggi ai numerosi bastimenti del proprio paese, comandati da capitani
paesani che facevano il trasporto del minerale di ferro dall’Elba in Francia.
Il periodo dal 1870 al 1881 fu molto prospero per questo paese per lo sviluppo
importante che ebbero le miniere: in poco volgere di tempo la popolazione si
duplicò, i pochi e piccoli bastimenti divennero numerosi e potenti per
tonnellaggio, tanto ché la nostra marina a vela occupava uno dei primi posti
tra quella nazionale; si abbandonarono completamente gli altri traffici (e ciò
fu un danno) per quello del minerale, perché era più remuneratore. Alla
prosperità del paese contribuiva la maggior produzione che aveva annualmente
raggiunto cifre favolose: nel 1881 furono prodotte ed esportate oltre 400 mila
tonnellate di ferro; e le nuove opere
d’arte che venivano costruite per incrementare i lavori delle miniere ed in
quel periodo di tempo sorsero ponti metallici, funicolari, officine, vie
ferrate, moli, moletti, piani inclinati: affluivano da ogni parte gli operai
della vicina Toscana e potevano lavorare nella miniera oltre 200 condannati ai
lavori forzati distaccati dal Bagno penale di Longone ed i domiciliati coatti
che in quell’epoca venivano qui inviati, insieme ad oltre 2.000 operai liberi,
quasi tutti di Rio nell’Elba, senza che mai un lamento o una protesta si
levasse contro quella concorrenza. Tutti guadagnavano ed erano contenti e gli
eterni sobillatori del popolo trovavano perciò le nostre popolazioni refrattarie ai loro falsi
miraggi». Fine prima parte