ilvicinato@
- Lo racconto a Voi come lo hanno raccontato a me, pur
sapendo che certe cose non si possono capire, come forse non le ho capite io, mio
nonno mi leggeva la lettera scritta da Giordano Cavestro, 18 anni, fucilato nel
maggio del 44, la ricordo: «Cari Compagni, ora tocca a Noi. Andiamo a raggiungere
gli altri gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.Voi
sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa,
grande e bella.Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli
ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibili.Se
vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un
sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza
è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri
corpi si farà il grande faro della libertà. Che cosa dire, il momento era quello, le storie sono
quelle». Francesco Semeraro