10 maggio 2014

LA VANTINA, SFATATO UN MITO CAPOLIVERESE: “Enrichetta Vantini non era una contadinella oggetto di torbide vicende a sfondo sessuale. Nessuna travolgente relazione con Napoleone” (1di2)

ilvicinato@ - Fonte: Lo scoglio  n°100 - «A Capoliveri considerano la Vantina come salvatrice della patria e le hanno intitolato una piazzetta, qualcuno le ha dedicato un romanzo dove appare come una contadinella oggetto di torbide vicende a sfondo sessuale, i "gossippari" le hanno attribuito una travolgente relazione con Napoleone. Niente di più infondato. Enrichetta Vantini era una diciottenne dai sani principi morali appartenente all'unica casata elbana che poteva vantare antichi titoli nobiliari. È vero che frequentava assiduamente la corte dell'imperatore, come del resto accadeva a tutta la sua famiglia. Il padre, Vincenzo Vantini, era ciambellano ed ogni giorno si recava ai Mulini per prendere ordini e sbrigare gli affari amministrativi connessi con la sua funzione (ben retribuita, tra l'altro, con 1.200 franchi al mese). La mamma, la livornese Anna Finetti, era dama d'onore di Madama Letizia che, com'è noto, abitava in via Ferandini in un appartamento di proprietà degli stessi Vantini. Il fratello Zenone era un giovanissimo ufficiale d'ordinanza e vegliava sulla sicurezza di Napoleone. Non c'è da stupirsi che la ragazza vivesse abitualmente a contatto con la famiglia imperiale ed il suo entourage. Testimonianze dell'epoca, ed in particolare quella di Pons de l'Herault nelle sue "Memorie alle Potenze Alleate", tessono la lodi di Enrichetta. La descrivono molto bella, dolcissima, colta, virtuosa…». Fine prima parte