ilvicinato@ - Fonte: Lo scoglio n°100
- «A Capoliveri considerano la Vantina come salvatrice
della patria e le hanno intitolato una piazzetta, qualcuno le ha dedicato un
romanzo dove appare come una contadinella oggetto di torbide vicende a sfondo
sessuale, i "gossippari" le hanno attribuito una travolgente
relazione con Napoleone. Niente di più infondato. Enrichetta Vantini era una
diciottenne dai sani principi morali appartenente all'unica casata elbana che
poteva vantare antichi titoli nobiliari. È vero che frequentava assiduamente la
corte dell'imperatore, come del resto accadeva a tutta la sua famiglia. Il
padre, Vincenzo Vantini, era ciambellano ed ogni giorno si recava ai Mulini per
prendere ordini e sbrigare gli affari amministrativi connessi con la sua
funzione (ben retribuita, tra l'altro, con 1.200 franchi al mese). La mamma, la
livornese Anna Finetti, era dama d'onore di Madama Letizia che, com'è noto, abitava
in via Ferandini in un appartamento di proprietà degli stessi Vantini. Il
fratello Zenone era un giovanissimo ufficiale d'ordinanza e vegliava sulla
sicurezza di Napoleone. Non c'è da stupirsi che la ragazza vivesse abitualmente
a contatto con la famiglia imperiale ed il suo entourage. Testimonianze
dell'epoca, ed in particolare quella di Pons de l'Herault nelle sue
"Memorie alle Potenze Alleate", tessono la lodi di Enrichetta. La
descrivono molto bella, dolcissima, colta, virtuosa…». Fine prima parte