ilvicinato@ - Fonte: Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «Avevo saputo che in un piccolo paesino, sperduto
tra i monti, viveva una nostra famiglia evangelica. E così, una domenica
pomeriggio presi la macchina e mi arrampicai tra i tornanti per raggiungerlo.
Era inverno: un tempo da lupi, soffiava un gelido vento di tramontana con
fiocchi di neve. Arrivai nel paesino: vie deserte, tutti rintanati nelle case,
nessuno cui chiedere informazioni. Trovai comunque la via ed anche la casa.
Bussai e mi trovai in una cucina dove al calore di una stufa era riunita una
dozzina di persone, per lo più anziane. Scoprii che erano lì insieme per
celebrare il culto. Mi presentai ed enorme fu la loro sorpresa nel venire a
sapere che ero un pastore; alcuni di loro per l'emozione non riuscirono a
trattenere le lacrime. Da anni, mi dissero, si riunivano la domenica a
quell'ora per un culto domestico: leggevano la Bibbia, la commentavano insieme,
pregavano e cantavano qualche inno. Ora, per la prima volta dopo tanto tempo,
vedevano finalmente un pastore! Si stabilì subito una forte e calda atmosfera
di comunione fraterna. Passai con loro alcune serene ore di condivisione nella
lettura della Bibbia. Gesù disse una volta ai suoi discepoli: “Dove due o tre
sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18,20).
Ripensandoci, a distanza di tempo, mi domando se quel giorno (ma non solo!) Lui
non fosse veramente ospite invisibile, ma presente, in mezzo a loro». Da una riflessione di Luciano Deodato, Pastore evangelico