ilvicinato@ - Fonte: Unione
delle Chiese metodiste e valdesi - «Pure oggi, in Pakistan, assistiamo
attoniti ad una nuova strage di sorelle e fratelli in Cristo. Non potendo
intervenire in loro difesa e non avendo i mezzi per colpire gli autori di queste
persecuzioni, dobbiamo forse rassegnarci a questo stillicidio di martiri,
consolandoci con il fatto che Gesù li dice beati? L’attualità ci insegna che
qualcosa si può, anzi, si deve fare. Di recente in Iraq sono stati arrestati
dei consulenti militari americani ed israeliani, perché intenti ad addestrare
militanti dell’Isis, rendendo evidente una volta di più la collusione di alcuni
governi occidentali con quei tagliagole. Dobbiamo, quindi, considerare la
progressiva distruzione del cristianesimo mediorientale e l’aumentare degli
attacchi ai cristiani in altri paesi, cominciati proprio ai tempi delle guerre
del Golfo, come l’effetto collaterale di una politica scellerata, o come una
precisa scelta strategica? In attesa di una risposta a questa domanda, ricordiamoci
che in Occidente le chiese hanno una certa forza sull’opinione pubblica e sui
governi. Cosa aspettiamo a pretendere chiarezza e a chiedere con forza la fine
di ogni finanziamento e sostegno al fondamentalismo islamico? Vogliamo davvero
lasciarci convincere da certe logiche politiche spregiudicate e continuare a
far finta di non vedere? Beati i perseguitati, dunque, ma beati anche noi se
staremo attivamente dalla loro parte». Da una riflessione di Eric Noffke, Pastore
evangelico