MINIERE DI RIO MARINA, FORTI CRITICITÀ AMBIENTALI E TESTIMONIANZE STORICHE SU CUI INTERVENIRE, CIRCOLO PD: “Proponiamo un atto di edilizia concordata da attuare con un Patto territoriale fra gli enti interessati”
Gli opifici di Cala Seregola
pd.rioma@ - «Nelle ex miniere di Rio si riscontrano forti criticità ambientali, storiche e architettoniche, tutti
interventi che richiedono una forte spesa e, purtroppo, soldi non ce ne sono! Infatti, né la
Regione Toscana, né il Ministero dell’ambiente possono intervenire direttamente
poiché impegnati in calamità più impellenti.
Lo stesso Parco nazionale ha un bilancio economico che gli consente solo
l’ordinaria amministrazione. Ci rivolgiamo a loro affinché sostengano azioni
utili al territorio nell'ambito di una proficua collaborazione istituzionale,
derogando, perlomeno, i vincoli del Piano d’indirizzo territoriale e della
Zonazione Pnat. In definitiva, proponiamo
di agire attraverso un atto di edilizia concordata da attuare con un Patto
territoriale fra gli enti interessati. Ciò consentirebbe nuove destinazioni
d’uso e quindi la successiva vendita degli immobili, ovviamente con l’obbligo
ferreo e inderogabile di destinare gli introiti alle opere di bonifica e di
risanamento ambientale. Le ex aree di coltivazione a ferro presenti all’Isola
d’Elba insistono su 708 ettari, e di queste oltre il 66% (470 ha) insiste nel
comune di Rio Marina. Le vecchie e vetuste miniere che circondano l’abitato del
capoluogo e corrono lungo la costa fino a raggiungere la frazione di Cavo, sono
di proprietà del Demanio dello Stato, e perlopiù,
ricadono fra le aree protette del Parco nazionale dell’Arcipelago. Si va dalla
Miniera di Rio dove le acque meteoriche, nonostante i lavori dei primi anni
duemila, continuano ad invadere l’abitato. Si giunge poi al comprensorio di Rio
Albano dov’è presente un inquinamento chimico causato dal ruscellamento dei
minerali affioranti, e dall’oramai dismessa discarica dei rifiuti urbani. Che
dire dei fabbricati industriali abbandonati i quali si affacciano sulla bella spiaggia
di Cala Seregola, con il rischio di collassate sui bagnanti? E della
testimonianza storica della Torre del Giove, costruita 1459, dov’è richiesta
un’energica opera di pulizia e di rinforzo? E l’elenco potrebbe proseguire. Ricordiamo
pure la zona delle Paffe, anche se di proprietà privata e fuori dal perimetro
del Pnat, dove gli alti fronti di cava
meritano un intervento di risanamento geologico». Circolo Pd di Rio Marina e Cavo