31 dicembre 2016

RIO MARINA, 16 NOVEMBRE 1899: “Erano circa le sedici e trenta quando a largo di Cerboli la bilancella riese Crepi l'Invidia s'inverinò su un onda fino ad ingavonarsi e sparire tra i marosi… ”

ilVicinato@ - Fonte notizia: Lelio Giannoni - «A Rio Marina quel sedici novembre del1899 era un tranquillo pomeriggio d'autunno quando alle sedici e trenta il mare cominciò a scurirsi verso l'orizzonte: un unico fronte avanzava minacciosamente, preceduto da improvvise ed impetuose raffiche di vento (…) Ci si rese conto che mancava all'appello la bilancella di Domenico Claris: Crepi l'Invidia, di quarantacinque tonnellate e con cinque uomini d'equipaggio: Francesco Carletti capitano di quarantadue anni, Marchetti Palamede, Carletti Amerigo, Carletti Alessandro e Marchetti Lorenzo di otto anni, figlio di Palamede. Si sapeva di certo che aveva mollato gli ormeggi da Follonica nel primo pomeriggio, ma nessuno l'aveva ancora avvistata. Gli sguardi dei familiari scrutavano ossessivamente l'orizzonte per scorgervi un segno, un motivo di speranza, ma la visibilità non era buona ed il mare era troppo bianco di schiuma per potervi scorgere una vela in lontananza. Nel frattempo, sopravvento a Cerboli, qualcuno cominciò ad intravedere qualcosa di bianco che poteva dare l'idea di una vela. Con il passare del tempo questa sensazione diventò speranza: con tutta probabilità si trattava della Crepi l'Invidia, la bilancella riese. Ma i familiari non ebbero neanche il tempo di rincuorarsi che, d'un tratto, il bastimento s'inverinò su un onda fino ad ingavonarsi e sparire tra i marosi. La sorte dell'equipaggio sembrava segnata, ma la lancia era rimasta miracolosamente a galla i marinai riuscirono a raggiungerla ed a salirvi sopra per proseguire il disperato viaggio della salvezza verso Rio Marina. Mentre ormai tutti piangevano per la triste sorte dei cinque marinai di Crepi l'Invidia, questi, invece, percorrendo a remi circa otto miglia di mare in tempesta, raggiunsero la rada riese, dove furono tratti in salvo».L’intero articolo di Lelio Giannoni  è stato pubblicato sulla rivista La Piaggia nell’autunno 2003.