ilVicinato@ - Salvatore Insalaco: «Il 25 agosto di
trent’anni fa era una giornata assolata e tranquilla. L’Elba faceva il pieno di
turisti e la stanchezza degli operatori, accumulata nella calura estiva,
aspettava settembre per cominciare a respirare e prepararsi alla lunga stagione
autunnale/invernale. La vita dentro il carcere di Porto Azzurro trascorreva
nella più assoluta serenità. Più della metà dei reclusi lavorava nella svariate
attività presenti all’interno dell’Istituto: falegnami, tessitori, sarti,
calzolai, tipografi, meccanici, lavandai ecc. Il direttore Mino Giordano,
rendeva operativa la riforma Gozzini, nata, in qualche modo, a Porto Azzurro:
carcere aperto al trattamento più avanzato; detenuti liberi di circolare
all’interno dello stabilimento. Mille iniziative. Si organizzavano concerti di
Lucio Dalla, Francesco Guccini e tanti altri giovani artisti Elbani. Insomma,
una situazione ottimale, dal punto di vista della sicurezza interna, nel
rapporto con le altre Istituzioni locali e nei paesi elbani, attraversati da
detenuti al lavoro all’esterno. Niente poteva fare immaginare che quel giorno
sarebbe stato ricordato come l’inizio di un cambiamento nella memoria
collettiva dell’intera comunità isolana». (continua)