ilvicinato@ - Fonte Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «Chi scrive queste righe è un cinico ateo, dicono
alcuni commentatori (…) Ci si può chiedere, invece, se queste parole non siano
una saggia espressione di umiltà, invece di un cinismo ateo. Chi sa se le
domande “Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso l’acque nella
sua veste?” non siano espressioni di una persona che è sopraffatta dalla
bellezza dell’universo (…) Nel turbinio delle nostre giornate, questo proverbio
ci invita a fermarci a contemplare il cielo azzurro sopra le montagne innevate
e ad ascoltare il muggire del mare per poi meditare sulle mani che hanno creato
la terra ed il cielo (…) Dio stesso invita Giobbe a meditare sulla sua
creazione e gli fa comprendere che la bellezza dell’universo rimanda alla
grandezza del Creatore, che in fin dei conti non può essere compreso da noi in
nessun modo». Alcuni
stralci di una riflessione di Hiltrud Stahlberger, Pastore evangelico