ilVicinato@ - Fonte notizia dal giornale cattolico Toscana
Oggi - «Domenica
scorsa, come ogni anno, i Valdesi hanno ricordato le Lettere Patenti, una festa
delle libertà per celebrare i diritti civili e politici che furono loro
concessi nel febbraio 1848 e che, nel marzo dello stesso anno, vennero
accordati anche agli ebrei. Per quanto concerne l'esercizio del culto, questo
invece continuò ad essere consentito solamente in un certo numero di templi
autorizzati, con assoluto divieto di attività religiose fuori da quei luoghi.
Ancora oggi a tanti anni di distanza, il 17 febbraio è una data importante che
i Valdesi celebrano e ricordano. Innanzi tutto come festa civile, ma siccome
per i valdesi la libertà è un dono del Signore, questa festa civile viene
celebrata con un culto di ringraziamento. La libertà è un dono del Signore!,
sottolineano i responsabili della comunità di Rio Marina, infatti, scrive Paolo
ai Galati (5,13-14): "Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà;
soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma
per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è
adempiuta in quest'unica parola: Ama il tuo prossimo come te stesso".
Siamo stati chiamati a libertà, insieme siamo liberi ora di servirci
reciprocamente, di amarci gli uni gli altri. Questo è il senso della
liberazione operata da Dio: servizio e amore per il prossimo. E se il nostro
prossimo non è libero, dobbiamo lottare anche per la sua liberazione. Perché se
il prossimo non è libero, la nostra libertà è limitata, è tronca. Siamo
chiamati a libertà! Facciamola fruttare come un talento, come un dono di Dio
perché, in fin dei conti, questa è la libertà: un dono di Dio. E il Signore un
giorno tornerà e ci chiederà: cosa ne hai fatto? Nessuna angoscia, dunque, nessuno
smarrimento, ma un compito ben preciso: libertà per tutti e tutte. Alle 10.30 è
stato celebrato il culto, a cui hanno preso parte amici della comunità che si sono uniti
alla successiva accensione di un piccolo falò e un aperitivo augurale». Nunzio Marotti