lomarchetti@ - «Una
mattina il vicesindaco, mentre andava in municipio, incontrò sul portone del
palazzo un impiegato che con fare preoccupato l'avviso: “fuori il gabinetto del
sindaco ti aspetta un gruppo di donne della Piccola Russia, erano inferocite
perché l'acquaiolo ha sigillato la fonte pubblica e da diversi giorni lo spazzino non
passa a ritirare il patto”. Quel rione era soprannominato Piccola Russia perché
noto per l’appartenenza politica della sua gente, persone avverse alla parte
politica del vicesindaco. L’impiegato poi aggiunse: “Passa muro muro, e
infilati chiotto chiotto nell'ufficio di
Romanse, così non ti scorgono e almeno questa grana te la scapuli”. Lui era sì il
vicesindaco, ma siccome il sindaco veniva da Roma solo nelle grandi occasioni, a
lui toccavano tutte le grane. Insomma, quel poveretto era destinato a tanti
oneri e nessun onore. Non sappiamo come all’ora dei fatti si comportò, se si
rifugiò da Romanse o se affrontà le rosse scatenate della Piccola Russia, ma una
cosa è certa: quel “Passa muro muro e chiotto chiotto” è giunto fino ai giorni
nostri (chiotto=silenzioso, scapuli=eviti)». Lorenzo M.