ilVicinato@ - da una lunga lettera di Roberto P. pubblicata
sul giornale ElbaReport: «(…) non si parla di “fastidio” o di “simpatia
per i turisti”. Qui si parla della vita quotidiana di chi deve vivere tutto
l’anno all’Elba (…) Il turismo porta
lavoro solo ad alcuni, e solo per pochi mesi. Alle famiglie porta soprattutto
costi, attese, difficoltà e prezzi gonfiati tutto l’anno. La pressione sull’ambiente
dura 10 mesi. – Gli affitti sono diventati inavvicinabili anche d’inverno. I
supermercati hanno prezzi “da stagione” costanti (…) I residenti devono
adattarsi ai ritmi dell’isola “resort”, non viceversa. Una famiglia non vive
solo luglio e agosto: vive 365 giorni, con costi crescenti e servizi che non
migliorano (…) Una famiglia non può permettersi la teoria: vede che d’estate
saltano i trasporti, si allungano le liste d’attesa, gli spostamenti diventano
impossibili, i tempi di soccorso si dilatano. Non esiste un modello in cui si
triplica la popolazione senza potenziare nulla e poi ci si stupisce se “i
servizi non sono all’altezza” (…) Ma allora si abbia il coraggio di dire la
verità: il lavoro stagionale non dà stabilità alle famiglie. Non ci fai un
mutuo, non ci programmi un futuro, non ci cresci dei figli. Dire “possono
andare a lavorare sulle piste da sci” è offensivo: significa non capire la
realtà di chi ha casa, figli, genitori anziani qui».
