19 aprile 2008

ISOLA D’ELBA, UNITÀ SÌ UNIONE NO. Il voto al senato: Partito Democratico +5,77 % PdL +4,17 % UDC –2,44 % Sinistra Arcobaleno -7,52 %

marchetti.lorenzo@tiscali.it - Siamo alla quinta fase della storia repubblicana e, dalle scelte degli elettori, è emersa la voglia di unità. Ho scritto Unità e non Unione apposta, poiché quest’ultima è un’aggregazione di tutti quelli che stanno assieme forzosamente perché "contro un avversario". I cittadini, la scorsa settimana, hanno manifestato la volontà di uscire da una stagione che dal 1994 ha bloccato l’Italia a causa di coalizioni eterogenee prive di un programma politico unitario. Unione, inoltre, significa un insieme di partiti che si presentano con lo stesso marchio unicamente per superare lo sbarramento elettorale, ma senza un progetto politico unificante. Questo elemento di riflessione si traduce pure nelle realtà periferiche qual è la nostra isola. Anche in questo microcosmo gli elettori hanno apprezzato la nascita del soggetto riformista unitario: il Partito Democratico. A supporto di siffatta tesi basta confrontare i dati del precedente voto per il Senato dove i Democratici di Sinistra e la Margherita si presentarono divisi. Dal raffronto coi risultati odierni emerge come il PD abbia registrato un più 5,77% rispetto ai voti allora ottenuti dai due partiti fondatori. Ora, dopo lo tsunami nazionale, si riprende a parlare di elezioni comunali con troppa enfasi, o con spirito di rivincita. Ma nei governi locali le sfide si vincono con donne e uomini onesti, concreti e capaci, che siano in grado di realizzare gli obiettivi attesi dalla gente, e dove, in modo pragmatico, un programma partecipato coniughi l'idea di sviluppo a quella di benessere dei cittadini. Troppe volte, al contrario, la volontà di cercare a tutti i costi “l’accordo” provoca la paralisi nell’azione amministrativa, e non solo. Occorre, in definitiva, uscire da quel sistema fatto di veti, di condizionamenti e di posizioni ideologiche vecchie e nuove.