LA SEPARAZIONE TRA PD E SINISTRA RADICALE FU CONSENSUALE: prima di affibbiare ad altri colpe o parole mai pronunciate è bene capire cos’è successo
marchetti.lorenzo@tiscali.it - C’era la consapevolezza come la ripresentazione dell’alleanza dalle tante fibrillazioni, dai continui voti di fiducia e dai ministri manifestanti contro il loro governo, sarebbe stata travolta da un vero e proprio tsunami. Stendiamo, poi, un velo impietoso sul comportamento dei Mastella, Turigliatto e Dini. La separazione tra il PD e la sinistra radicale, appunto per questo, è stata consensuale, e non l'epilogo di un confronto politico «forte»: è stato un separarsi con l'idea di ritrovarsi. La decisione di correre da soli, o per meglio dire «liberi», però, ha posto fine al progetto dell’Unione su cui si era retto, malamente, il governo Prodi. E’ fallita la prospettiva di dare vita ad un soggetto politico in cui tutto il centrosinistra potesse ritrovarsi. Il 14 aprile gli elettori di centrosinistra, perciò, si sono trovati di fronte due progetti: l’Unità dei riformisti in un unico partito (Partito Democratico) e l’Unione di quattro partiti (Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica) nel cartello della Sinistra Arcobaleno. In definitiva: le proposte impersonate da Veltroni e quelle di Bertinotti. Da qui bisogna partire! Allora, prima di affibbiare colpe ad altri (cannibalizzazione) o mettendo in bocca a questi parole mai pronunciato (voto utile), è bene avere la consapevolezza di cos’è realmente successo in casa propria. Almeno così mi è stato insegnato nelle stanze che frequento da quando avevo sedici anni.