16 marzo 2011

150 ANNI D’ITALIA. Un lungo processo e un tortuoso cammino di riscatto e di redenzione

gisecat3@yahoo.it - A Teano, il 26 ottobre 1860, Garibaldi, mazziniano e repubblicano, saluta Vittorio Emanuele II Re d’Italia: celeberrimo il dipinto che li rappresenta, uno di fronte all’altro in sella ai loro cavalli, scuro quello del generale, bianco l’altro. Chissà che sospiro di sollievo avrà tirato il Piemontese a questo saluto: il diavolo rosso gli offre l’ex Regno delle Due Sicilie su un piatto d’argento! Intanto l’Umbria e le Marche sono già passate al regno d’Italia durante la discesa verso sud del sovrano, che ha sconfitto a Castelfidardo le truppe pontificie. Il puzzle italiano è a buon punto: manca ancora il Veneto, che passerà all’Italia solo con la Terza guerra d’Indipendenza, nel 1866; Roma, che dovrà aspettare il 20 settembre 1870; il Trentino e il Friuli che saranno italiane nel 1918. Ma il 17 marzo 1861, a Torino, si insedia il parlamento nazionale e Vittorio Emanuele II è proclamato ufficialmente Re d’Italia. “L’Italia è fatta, bisogna fare gli Italiani”! esclama nel suo discorso. Ma questa è un’altra storia. Maria Gisella Catuogno