19 marzo 2011

NAPOLEONE ALL’ELBA: una fuga programmata sin dal primo giorno o dettata dall’evolversi degli avvenimenti internazionali? (2 di 2)

marchetti.lorenzo@tiscali.it - Abbiamo già scritto del progetto napoleonico di creare un forno fusorio vicino alle miniere di Rio, ma in questi giorni è venuto alla luce un documento inedito di estrema importanza che testimonia la volontà di Napoleone di trasformare la dimora di San Martino in una vera residenza imperiale. Per gli storici, a questo punto, si riaprono i vecchi interrogativi: Napoleone giunto all’Elba pensava di trascorrervi il resto della vita, o sin dal primo giorno meditò di fuggire quanto prima? Dunque: il suo intenso dinamismo era sincero, oppure aveva il solo scopo di imbrogliare la vigilanza inglese che di fronte alle innumerevoli opere imperiali, si rassicurava e allentava il controllo su una possibile fuga? Tuttavia vi è pure una terza ipotesi: Napoleone sbarcò sull’Isola convinto che questa fosse la sua sede definitiva, ma ritenne opportuno prendere il largo quando lo avvisarono che il Congresso di Vienna (novembre 1814) si proponeva di confinarlo altrove. Una volta disse: “La mia passione è il potere, ma io lo amo da artista, come un violinista ama il suo strumento”. Lorenzo (M)