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- Alcuni
frammenti di una meditazione di Giuseppe Platone, Pastore evangelico: «Non si sa quando i cristiani cominciarono a utilizzare il
termine "chiesa" per definire il loro incontrarsi. La parola
"chiesa" (ecclesia) nel mondo greco antico indicava l'assemblea
democratica degli uomini liberi. Il luogo dell'incontro dell'ecclesia politica
era la piazza (agorà). Cosa teneva insieme questa democrazia cittadina? La
ricerca della verità. I cristiani, alla fine del 1° secolo, in ambito
giudeo-cristiano non trovarono termine migliore di ecclesia per indicare la
loro nuova realtà spirituale. Ma c'era una differenza tra le due ecclesie: nella democrazia ateniese a risultare
sovrano era il popolo, nell'ecclesia cristiana, invece, sovrano del
popolo dei credenti era il Signore Gesù Cristo. Dio infatti non convoca la sua
ecclesia per stabilire un amore privo di verità e libertà. Mentre quel tipo di
amore che cura soprattutto il proprio interesse e, magari, usa l'ecclesia per
raggiungere i propri fini personali non ha bisogno di scomodare Dio. È un prodotto
che si può acquistare su ogni piazza (agorà). Per contro, ciò che cerchiamo, in
quell'ecclesia di cui Cristo è il Signore, è un bene gratuito perché Dio ha già
pagato il conto. La nostra redenzione non dobbiamo conquistarla, è donata.
Occorre però ritirare personalmente il dono. Non possiamo, in questo compito,
delegare nessun altro. L'ecclesia cristiana è l'incontro di coloro che
intendono ritirare il dono prezioso e gratuito che Dio ci ha fatto e che ha un
incredibile capacità trasformatrice. Dentro e fuori l'ecclesia. E il giovane
Timoteo l'aveva capito».