22 marzo 2016

REFERENDUM TRIVELLE. MICHELA COSTA, GEOLOGA: “Ecco perché io non andrò a votare. E se proprio fossi costretta, voterei NO”

ilVicinato@ - Fonte notizia meridionews.it - Michela Costa, geologa 32enne con un dottorato in vulcanologia e un master in ambiente: «In caso di vittoria del Sì, circa settemila lavoratori impiegati nel settore perderebbero il posto di lavoro, motivo per cui diversi sindacati si sono schierati a favore del NO. Di seguito illustro i motivi per cui non andare a votare nella speranza che non venga raggiunto il quorum, mi sembra la soluzione "più sostenibile": 1) lo stop che prevede il referendum riguarda più il gas metano che il petrolio; 2) la vittoria del Sì porterà alla costruzione di altri impianti oltre il limite delle 12 miglia; 3) la vittoria del Sì non scongiura un rischio ambientale, anzi, contribuisce ad aumentare l’export petrolifero e quindi anche l’inquinamento; 4) la vittoria del Sì non si traduce in una politica immediata a favore delle energie rinnovabili che a conti fatti da sole non possono ancora bastare; 5) il referendum è inopportuno, fa leva sulla disinformazione dei cittadini e sulla cattiva immagine che una trivella ha nell’immaginario comune; 6) non è vero che la presenza degli impianti abbia ostacolato il turismo. A supporto di questa tesi la geologa cita il litorale romagnolo, meta di migliaia di visitatori; 7) non è vero che l’estrazione di combustibili dal sottosuolo può innescare terremoti come quello avvenuto anni fa in Emilia; 8) la vittoria del Sì contribuirà allo sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo, come "le estrazioni di gas dell'Eni in Mozambico". Io sinceramente non mi sentirei a posto con la coscienza a votare Sì e poi accendere i fornelli con il gas che viene non dall'Adriatico (no per carità, il nostro mare va tutelato) ma dal Mozambico che accoglie le compagnie petrolifere che noi abbiamo cacciato».