ilVicinato@ - Fonte notizia meridionews.it - Michela
Costa, geologa 32enne con un
dottorato in vulcanologia e un master in ambiente: «In caso di vittoria del Sì, circa settemila
lavoratori impiegati nel settore perderebbero il posto di lavoro, motivo per
cui diversi sindacati si sono schierati a favore del NO. Di seguito illustro
i motivi per cui non andare a votare
nella speranza che non venga raggiunto il quorum, mi sembra la soluzione
"più sostenibile": 1)
lo stop che prevede il referendum riguarda più il gas metano che il petrolio;
2) la vittoria del Sì porterà alla costruzione di altri impianti oltre il
limite delle 12 miglia; 3) la vittoria del Sì non scongiura un rischio
ambientale, anzi, contribuisce ad aumentare l’export petrolifero e quindi anche
l’inquinamento; 4) la vittoria del Sì non si traduce in una politica immediata
a favore delle energie rinnovabili che a conti fatti da sole non possono ancora
bastare; 5) il referendum è inopportuno, fa leva sulla disinformazione dei
cittadini e sulla cattiva immagine che una trivella ha nell’immaginario comune;
6) non è vero che la presenza degli impianti abbia ostacolato il turismo. A
supporto di questa tesi la geologa cita il litorale romagnolo, meta di migliaia
di visitatori; 7) non è vero che l’estrazione di combustibili dal sottosuolo
può innescare terremoti come quello avvenuto anni fa in Emilia; 8) la vittoria
del Sì contribuirà allo sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo, come "le
estrazioni di gas dell'Eni in Mozambico". Io sinceramente non mi sentirei a
posto con la coscienza a votare Sì e poi accendere i fornelli con il gas che
viene non dall'Adriatico (no per carità, il nostro mare va tutelato) ma dal
Mozambico che accoglie le compagnie petrolifere che noi abbiamo cacciato».