lomarchetti@ - «Molti di coloro che
sostengono di votare No sono contrari ad ogni cambiamento perché vogliono il
ritorno alla spartizione partitocratica, alla palude proporzionale e
all’immobilismo perenne, così tutti potranno comandare… un pochino. Questo non
lo dicono apertamente, ma lo motivano in vario modo dilettandosi in ampi voli
pindarici. Tuttavia è la prima volta che leggo come l'assegnazione quadriennale
degli slot, e più in generale l’accorpamento delle Autorità portuali, siano
legati alla riforma costituzionale la quale, tra l’altro, non è ancora entrata
in vigore. Così come mi pare insensato insinuare che a causa della riforma
saranno sottratte alle regioni importanti competenze legislative a vantaggio
degli apparati centrali ministeriali: dalla sanità, ai collegamenti marittimi,
alla scuola, al mancato riconoscimento dell'insularità, fin alla progressiva
scomparsa di servizi dal territorio isolano, con il loro trasferimento
continentale. Alle regioni invece, secondo quanto previsto dalla riforma,
rimangono la tutela della salute e le politiche sociali, nonché la sicurezza
alimentare, l’istruzione e ordinamento scolastico. Lo Stato ha legislazione solo per le grandi
reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale, e non per la
navigazione trasporto regionale. Ricordo
infine come proprio la legge sulle isole minori, dove si riconosce il valore
dell'insularità con tutti i disagi annessi e connessi, sia incappata dal
pingpong fra camera e senato e quindi sia bloccata da oltre tre anni e mezzo». Lorenzo
(M)