ilvicinato@ - Fonte Unione delle Chiese metodiste e valdesi
- «In questo episodio
dell’Annunciazione a Giuseppe, tanto patinato dalla tradizione natalizia, come
una pala d'altare, appare questa breccia di incertezza nei dubbi di Giuseppe.
Certo, questo racconto non è la ricostruzione psicologica di una crisi di
coppia per una maternità perlomeno inattesa, bensì una meditazione sull'origine
paradossale di Cristo. Figlio di Maria, conosciuto come figlio di Giuseppe,
proclamato figlio di Davide secondo la genealogia, e nello stesso tempo figlio
di Dio, concepito dallo Spirito, …si può capire la perplessità di Giuseppe.
Uomo “giusto” (Matteo 1,19), Giuseppe non è fanatico, si preoccupa delle
conseguenze per Maria della scelta giusta, cioè del ripudio. Giuseppe non vuole
esporre Maria all’infamia. Cerca una soluzione più equilibrata: lasciarla “di
nascosto” (…) Ma l'annuncio dell’angelo invita a fare due cose: accogliere e
nominare. Accogliere il richiamo dell'origine, del Soffio creatore che
sorprende e interrompe le linearità, anche delle genealogie. Nominare, dare un
nome e iscriversi così, con Giuseppe, nelle genealogie, nelle eredità e le
tradizioni, dando senso e direzione alle nostre filiazioni; osare generare
nella storia dei nomi che ci precedono e ci accompagnano. C'è Natale per gli
angosciati del “fare la cosa giusta”, che ci autorizza a generare relazioni
rinnovate, progetti e vite chiamate per nome». Alcuni stralci di una riflessione di Yann Redalié, Pastore evangelico